Maestro Giacomo al fratello di Bonaventura: 
In Terrasanta combattiamo gli infedeli, ma non quelli che intendi tu. Intendiamo persone senza fede, che non osservano la fedeltà verso Dio e verso l’uomo. Essi vivono nel mondo dell’ignoranza e dell’egoismo, non in armonia con i propri fratelli. Oggi si considerano infedeli i mussulmani. Ma anche l’islam, come il cristianesimo, nasce da un tronco dell’ebraismo e i veri eredi del giudeo-cristianesimo, del cristianesimo sconfitto dalla rovina di Gerusalemme nel 135 d. C., sono i mussulmani.
 
«Chi è il Clareno?»

«Il suo vero nome è Pietro di Fossimbrone. Lo chiamo Clareno perché così lo chiama frate Pietro l’eremita. Dice che è come il ruscello Chiareno, che è un affluente del fiume Tonto. E’ un francescano che è stato costretto a rifugiarsi sulla Maiella perché scomunicato e perseguitato dalla Chiesa Romana. Frate Pietro lo ha accolto a braccia aperte ed ora tiene lezioni di spiritualità  all’interno della Congregazione».

«Perché è stato scomunicato?»

«Vi sembrerà strano, ma è stato scomunicato perché segue alla lettera l’insegnamento di Francesco, il poverello d’Assisi».

«Solo per questo?»

«Solo per questo!»

«Non mi sembra un grave peccato quello di seguire le orme del proprio Maestro!».

«Se si segue alla lettera il proprio maestro, che dice di liberarsi da tutte le ricchezze, di tutti i propri beni per donarli ai bisognosi predicando amore e fratellanza, e auspicando un ritorno alla vera chiesa così come la intendeva il Cristo allora sei tacciato d’eresia dalla Chiesa di Roma, che possiede ricchezze e terre e sembra interessata più al potere che alla cura dei fedeli».

«Per così poco?»

«Signor Bonaventura, devo pensare che non avete davvero idea di come vanno davvero le cose in questo mondo!».

Non ha mai creduto Bonaventura d’esser ritenuto fuori dal mondo, lui che è uomo di mondo! Eppure deve riconoscere che Miriam ha perfettamente ragione. Negli ultimi dieci anni della sua vita ha vissuto al cospetto dell’imperatore Federico II, nelle sue corti, veri e propri centri di cultura e di tolleranza, dove non s’è mai fatta discriminazione di nessun tipo. Dopotutto, non preghiamo tutti lo stesso Dio? Che differenza fa il modo in cui si prega?

«Io sono stata accusata per molto meno».

«Voi?»

«Non sapete che furono i vostri fratelli templari a trovarmi? Ringraziando il cielo sono riuscita a fuggire, non so ancora come».

«Di che vi hanno accusato?»

«Stregoneria».

«Stegoneria?»

«Ero con mia nonna. Lei mi stava insegnando tutto il suo sapere circa il potere medicinale di alcune erbe. Quel giorno era da noi una donna che doveva partorire. Era la moglie di un nobiluomo, che forse tanto nobile non era. E’ stato proprio lui a denunciarci».

«Perché?»

«Perché sua moglie perse il bambino. Ma non fu colpa di mia nonna. La donna si era sempre servita dei suoi infusi e unguenti e ne aveva sempre tratto giovamento. Non era la sola. Mia nonna era ricevuta nei palazzi di parecchi notabili di queste zone. Dopo quel giorno non fu più così. La donna perse il bambino e mia nonna ed io fummo accusate dal marito di averle fatto un sortilegio. Quando arrivarono le milizie papali, ci colsero nel sonno. Uccisero mia nonna a bastonate, dopo averla costretta a confessare di essere una strega. Povera nonna! Pensava che confessare fosse l’unica maniera per salvarsi. Io rifiutavo di ammettere di essere una strega, di adulare il dio del Male e di volere la morte e la distruzione dell’uomo. Decisero di sottopormi a tortura per indurmi a confessare. Mi trascinarono in uno dei loro tribunali. Non ero l’unica a essere sotto processo in quel momento. C’erano altre due donne, che stavano subendo atrocità tali che nemmeno la più grande mente diabolica e perversa potrebbe immaginare. Alla prima donna, nuda e con il corpo martoriato, strapparono i due seni con una tenaglia. Fortunatamente la donna morì per il forte dolore, e non ebbe il tempo di vedere che le sue mammelle furono date in pasto a due fanciulli piangenti che si trovavano accanto ad uno dei torturatori. Erano i suoi figli.  Le parole che accompagnarono tanto sdegnoso e terribile gesto furono piene di crudele ironia. Ridevano, quegli uomini, sul corpo di quella donna mutilata, ridevano e deridevano il suo ruolo di donna, di nutrice e di madre. All’altra donna, un uomo basso e grasso, stava infilando uno strumento di bronzo a forma di pera nel suo fiore nascosto. Una volta dentro, grazie ad un sistema di viti e bulloni, questo strumento si allargava sempre di più, lacerando le carni della povera disgraziata e procurandole un dolore allucinante. Finito questo atroce supplizio, le venne aperta la bocca e strappata la lingua con una pinza.  Le dicevano che tutto ciò le era inflitto perché era stata colta in flagranza di maleficio verbale. Io ero lì attonita. Pregavo! Pregavo Nostro Signore affinché si prendesse presto la mia vita e mi evitasse tali supplizi. Non mi resi nemmeno conto che era arrivato il mio turno. Non so per quale strano caso del destino, e ringrazio infinitamente Dio per questo, il mio supplizio durò poco. Dopo che “pulirono la mia anima” facendomi bere acqua bollente con carbone e sapone, mi legarono mani e piedi  e mi gettarono in un fiume profondo. Se fossi risalita, dato che l’acqua mi aveva rifiutata, sarei stata ritenuta colpevole ed avrebbero continuato ad infliggermi torture fino ad uccidermi. Invece sprofondai, non risalii più. Quello che è successo dopo è tutto piuttosto nebuloso. Ricordo un uomo a cavallo con un mantello bianco sul ciglio del fiume. Mi ha preso e mi ha lasciato sul monte davanti ad una grotta. Non so se davvero questo cavaliere sia mai esistito. So che oggi sono viva e devo rendere grazie al Signore per ogni giorno che mi è regalato». 

 
"Li senti? Non permettere mai a nessuno di far loro del male!
Ricorda sempre che c'è stato un tale Federico II di Hohenstaufen che è diventato un esperto falconiere e abile addestratore amando e rispettando gli uccelli. Ha risparmiato loro atrocità, mutilazioni e torture di ogni sorta. Dì a tutti di osservarli, di studiarli personalmente, di non affidarsi esclusivamente alle lezioni scritte e orali. La certezza non si raggiune solo con l'orecchio."